Ciao Salvatore, in arte Salba. Cosa significa il tuo nome d’arte?
Salba è l’unione del mio nome e del mio cognome, Salvatore Battaglia. Sono un ragazzo siciliano, che ha viaggiato un po’, passando per Bologna, dove la mia carriera di cantautore è iniziata, giungendo a Milano, città che mi sta dando moltissime opportunità per emergere e tanti spunti su cui riflettere e continuare a crescere.
Quando sono così è il terzo singolo che preannuncia l’uscita del tuo disco, sarà il tuo primo in assoluto? Hai avuto progetti pregressi al tuo solista?
Si, non vedo l’ora di pubblicarlo, è il primo disco dopo un anno di lavoro in studio e l’entusiasmo è a mille. Prima di dare vita al progetto Salba ero frontman dei Radiovelvet, che è stata la mia famiglia per moltissimi anni, un gruppo rock all’italiana con cui ho affrontato diverse sfide e raggiunto grandi traguardi, oltre che aver conosciuto dei fratelli con cui resterò legato a vita. Crescendo poi le strade si sono divise ma se sono riuscito a realizzarmi, nel mio piccolo, nella musica, il merito è anche loro e delle mille avventure trascorse insieme.
Quando sono così è un mix di emozioni con una grande scelta sonora, come avete costruito questo pezzo? che risulta anche molto diverso rispetto ai precedenti.
L’idea era quella di scrivere una pezzo che potesse alleggerire le giornate, entrare subito in sintonia con chi ascolta e diffondere un messaggio: godere di ogni breve momento del nostro tempo, senza pensare troppo ai possibili scenari che ci aspettano domani. Accettare noi stessi per quello che siamo, con i nostri pregi e difetti, i nostri sbalzi d’umore e la nostra voglia di far festa, raccogliere esperienze e conoscere persone, finendo poi per tornare a casa a piedi, barcollando ancora un pò ma col sorriso stampato in viso.
Con Dario Pruneddu (Santaclara Studio) abbiamo puntato sulla scelta di un Il sound che avesse l’obiettivo di fondere l’essenza acustica caratterizzata dal pianoforte con la presenza di suoni elettronici, batterie ibride e sintetizzatori. Questo incontro, sostenuto dall’uso delle chitarre distorte in continuo crescendo nel brano, ci ha permesso di ottenere quell’effetto moderno di un intramontabile romantico che è l’ espressione chiave nella mia scrittura e che sarà presente nel disco. Il risultato è un sound che punta all’essenza, al minimalismo e alla forza dei testi, per ottenere quel “respiro” da tempo cercato e voluto, circondato sempre da una cornice che mescola il cantautorato alla musica elettronica. Dentro questo disco c’è il quotidiano, la vita di tutti i giorni, vista dai miei occhi e da quelli delle persone che incontro nei miei viaggi.
Avete quasi scelto una chiave r&b / indie ma ti chiedo, quale brano che hai pubblicato ad oggi è quello che preferisci?
Vedo ogni canzone come il ritratto di una serie di momenti memorabili, temo sia difficile sceglierne una in particolare. Forse “Canzone sul balcone”, per quello che racconta e per il periodo che ricorda, è la canzone che più rappresenta il mio modo di scrivere e la ragione per cui senta il bisogno della musica per stare bene e raccontare ciò che sento.