SABUALAIMO INGENERAZIONE DIGITALE

Anticipato dal singolo IL VIAGGIO, con tanto di videoclip ufficiale visualizzabile sul canale Yotube, il 27 Novembre 2017 è uscito l’ultimo album in studio di Sabù Alaimo, dal titolo GENERAZIONE DIGITALE. Cantautore siciliano, il quale fin da giovanissimo inizia a collaborare con diverse etichette discografiche come autore, Sabù Alaimo ha collaborato anche con importanti nomi della musica italiana e, nel 2014, ha avuto la soddisfazione di arrivare tra i 60 finalisti a Sanremo nella sezione Nuove Proposte.

GENERAZIONE DIGITALE è un disco in cui il buon rock all’italiana tipicamente anni ‘90, si aggroviglia in momenti più raccolti e sinfonici (SICILIA INNOCENTE), non disdegnando passaggi più grezzi e scarnificati ( STAI DORMENDO e SGOMITO), proprio come la voce di Sabù che, nella sua sconfinata naturalità, riesce a cogliere ogni sfumatura di genere e di stile.

Il disco si apre con la traccia che dà il titolo all’album, GENERAZIONE DIGITALE, dove Sabù parlando in prima persona, mette a fuoco dal suo punto di vista, quell’inerzia di cui ci sentiamo vittime in una società che ci impedisce di agire e di prendere l’iniziativa. Un’iniziativa che la frenesia quotidiana e il progresso tecnologico, nell’intento di guadagnare tempo per tante cose, ha tolto del tempo a noi stessi: “Mi manca l’aria e mi manca il tempo, respiro ed armonia anche l’inferno; mi manca l’aria, una direzione”. Afferma Sabù nel ritornello, scagliando la sua freccia e colpendo in pieno una modernità e un’innovazione che – mentre è pronta a propinarci l’illusoria soddisfazione personale- non ci avverte del fatto che, non appena poi ci guardiamo dentro, avremmo chiaro che in questo marasma, ci mancano dei riferimenti, ci manca proprio “una direzione”: “Digitale la mia generazione, rivoglio nome e una ragione, una razione.”

E a proposito di questo bisogno di ritrovare se stessi, c’è forse un filo conduttore che lega la prima traccia- non a caso quella che dà il titolo all’intero album- con tutte le altre: la trama di un tessuto, che si dipana traccia dopo traccia, come la trama di una storia, di un viaggio. E “IL VIAGGIO” è proprio il secondo brano del disco, un viaggio fatto di scoperte, di emozioni vissute e assimilate dentro di noi, di incontri. Un viaggio dove la nostra identità si plasma ad ogni fermata, nei binari che di volta in volta, il treno su cui viaggiamo, sceglie di percorrere; binari che come “fili scoperti di vita”, ci dirigono in un tragitto già tracciato ma che il paesaggio fuori dal finestrino che scorre veloce, contorna sempre in modo diverso, cambiando proprio come noi. “Ci sarà pure una stella che leggi il tuo cuore quando sei in un posto isolato”: potremmo sempre ritrovarci, ogni qual volta lo vogliamo, tuttavia Sabù ci esorta affermando: “Sei dentro l’ostacolo, sei dentro un miracolo, ogni respiro ci dice vivi il viaggio, sei tu il capitano e l’ostaggio…Fai buon viaggio”.

E se il sound rockeggiante delle precedenti tracce appariva in primo piano, con ampio risalto al basso, qui, in stile quasi west coast e in accordo con un richiamo on the road per ricollegarsi al titolo e al tema della canzone precedente, il country rock di respiro americano prende il sopravvento. Un invito a riscoprire il sapore della libertà per riprendere in mano questa nostra vita, senza lasciarcela sfuggire come le immagini che prima osservavamo dal finestrino. STIAMO DORMENDO è la terza traccia del disco: “Stiamo dormendo dentro le mappe di google, stiamo dormendo dentro le sale del fitness, a mille all’ora in autostrada stai dormendo …stiamo dormendo davanti al telegiornale, davanti alle partite della nazionale…” Un dormi-veglia generale che ci coglie continuamente e assopisce la nostra mente, assorbendo la nostra capacità di iniziativa: “Stai dormendo mentre fai rivoluzionare., quando scrivi dentro i social in continuazione. Stai dormendo progettando il tuo futuro”…cosicché, anche quei sentimenti che dovrebbero essere i più autentici, finiscono per essere preda degli interessi e della smania del guadagno lasciando che, “Tutte le multinazionali comprano l’amore e anche gli innamorati”.

Traccia, STIAMO DORMENDO, che è presente in una versione anche più estesa (sempre all’interno dell’album) e dove si fa riferimento a quel famoso terzo occhio, detto anche ghiandola pineale, studiata dal filosofo Cartesio e che sarebbe presente nel nostro cervello con alcune funzioni regolatrici del sonno.

Toni più pacati e raccolti in SOGNI MULTIMEDIALI, dove l’amore di due giovani ragazzi della “generazione digitale”, si smarrisce e si consuma come i fiori, le cui intemperie di un tempo passato lasciano l’immagine di un amore fugace ma intenso, di cui tra i ricordi andati se ne può respirare ancora il profumo. “Chissà se un sogno almeno si è avverato, e se poi sei partita, quando tra noi è finita”…E’ andata come è andata. …”.La leggerezza nel ripensare a ciò che è stato, senza troppo dar peso alle conseguenze, consci che il tempo che viviamo non lascia spazio a certezze di nessun tipo: “Eravamo fiori del male, generazione e amarezza sogni multimediali, senza una certezza tra tra felicità e amarezza”.

Sonorità più schiette, di pari passo con il linguaggio, in SGOMITO, nostalgico di un tempo che, se prima si guardava in modo disincantato, qui è ripensato in tono accusatorio verso un futuro che non lascia troppe aspettative in questa generazione digitale. Se nella traccia precedente si guardava con aria trasognata la vita di uno studente universitario non ancora inserito nel mondo del lavoro, qui l’approccio è molto più diretto e, per certi versi critico, contro un sistema che non lascia spazio alla meritocrazia: “Sgomito tra le raccomandazioni, tra le promesse e illusioni, tra le speranze scritte nelle canzoni…Sgomito tra le promesse false delle elezioni, tra gli affitti degli studenti e pensioni…”. Questa è l’unica maniera di procedere: dimenticarsi della buona educazione, appellandoci alla nostra fermezza, imparando a tenere”duro ogni giorno”.

Si smorza qui la carica, addolcendosi anche la melodia: MENTRE SOGNI risuona soave a cercare di sorridere sulla “vita a gettone di questa generazione” dove tutto risulta effimero e dove- come il pezzo precedente spiegava senza mezzi termini- se non ci si fa largo da sé, si rischia di venir risucchiati da tutto e da tutti. Ma la frenesia e questo continuare a combattere, tendendo duro ogni giorno, non devono farci dimenticare della bellezza e del valore di un sorriso: “Sorridere ne ho di bisogno per truffare ogni amarezza, per gustare ogni sbaglio e ricordo che c’è…Sorridere ne ho di bisogno , quando ti cerco e non dormo e anche quando nasce il sole e a me sembra che piove….” mai come ora, nel tempo di questa nostra “generazione digitale”, si sente il bisogno di sorridere e di guardare il lato positivo, sapendo cogliere anche dalle cose più insignificanti, un qualcosa di prezioso.

Un sound fresco e leggero, come una banda di strada che sprigiona l’allegria per la folla che riempie la piazza, in un giorno di festa. Come una Domenica di primavera, in cui la gente si ritrova ad assaporare il sole, in una giornata libera dal lavoro, UN RESPIRO è quello che è quello che può servire a riprendere fiato in un mondo che ci soffoca: “Inalo l’abbandono quando tutto è già in rovina, respiro quel rancore che arriva quando è sera”. Respirare come un mettere un freno alla nostra corsa e riflettere sul fatto che: “C’è vita in ogni istante, e tutto questo è il senso…” un fermarsi e capire che in fondo “Ogni inizio comincia da una fine…”, che questo tempo di lasco non è che il preludio, per una tappa successiva della nostra vita, una vita che “ Sa far piangere, morire e ancora viver…, respiro il mio dolore, che vola verso il cielo, in mezzo a quella scia ci sarà scritto un mistero….

SICILIA INNOCENTE è una ballata e una dedica di sincero amore per una terra che, tutti dicono di “amare”, ma solo a proprio vantaggio o solamente per il sole radioso che risplende su di essa gran parte dell’anno: “Ma che ne sanno del mare a Dicembre, quando le spiagge, non fruttano niente…loro che ne sanno di quando piangi…” nessuno la conosce fino in fondo e desidera farlo, nessuna che voglia questa “donna” per quello che veramente è. E la metafora della donna e della sposa è in questo pezzo funzionale, ad esprimere quel comune oggetto del desiderio, il quale si preferisce però lasciare come tale; inoltre si renda conto di come l’autore si avvalga di un’immagine e di una metafora –la sposa per l’appunto- spesso utilizzata in ambito letterario, nonché biblico, esplorata però da Sabù, in una chiave del tutto inedita ed efficace, nello trasmettere l’autenticità dei sentimenti, che come proprio come il mare, rivestono la Sicilia di ciò che l’autore, prova per lei. “Sicilia innocente vestita di mare, chi t’ama davvero e chi ti vuole usare…”

La vogliono tutti, ma non sull’altare, illusa di bianco sotto lo stivale, chi t’ama davvero e chi ti vuole usare…” con la consapevolezza che poi, come si afferma in chiusura del brano: “Non sai che ti perdi se non la sia amare”

PETROLIO è quell’ amaro in bocca, quel senso di vuoto quando la fine di una relazione, specie se lunga o intensa, lascia dietro di sé, dove correndo si cerca di allontanarsi da un passato ancora troppo vicino, dove il coinvolgimento è ancora presente: lo strascico di una tale sensazione fanno sì che non si capisca qual è il nostro posto, se “l’oasi” o il “deserto”. “Sto correndo la delusione è un silenzio violento, il tuo ricordo freddo che teme l’inverno”. Ma fuori di noi tutto prosegue nella solita maniera e le attenzioni che ci rivolgono le pubblicità non risolvono il nostro senso di smarrimento, l’importante allora è fuggire via, tentare di dimenticare: “Sto correndo destra o sinistra è uguale, lo stato non è un’indicazione stradale”

Nel suo ultimo album quindi Sabù si avvale diella concretezza di un linguaggio che, prendendo spunto dalle più comuni attività quotidiane, viene puntualmente arricchito di rimandi e costruzioni verbali anche ricercate; un linguaggio che, nella ricorrenza di immagini come quella dei “supermercati”, delle “offerte e delle svendite”, si impone come una denuncia alla sopraffazione e al vantaggio materiale, a discapito dei nostri sentimenti più autentici , primo fra tutti l’amore. Un amore che non è soltanto quello di coppia, ma che si riconosce anche nell’amore per la vita, per i sorrisi e i pianti che essa ci può regalare, l’amore per una terra come la Sicilia, in un percorso che Sabù Alaimo a partire dal singolo IL VIAGGIO vuole mostrarci, ma soprattutto vuole farci ascoltare traccia dopo traccia. Un viaggio che ci riporta in un sentire e in un vivere un mondo, che la GENERAZIONE DIGITALE vede a poco poco scomparire: dove la bellezza dei fiori diventa solo uno studiarne la sostanza, dove il tempo per pensare è assorbito da mille impegni senza trovare più il tempo per noi stessi, dove noi tutti siamo ormai incapaci anche di respirare, di darsi tregua. Un album che tutto d’un fiato, percorre storie autobiografiche e scenari di vita quotidiane, offrendo uno spaccato realista e decadente di questa nostra GENERAZIONE DIGITALE.

Voto: 9

Sonia Bellin

capino