Trascinante, sognante e coinvolgente, lo possiamo decisamente definire in questo modo il nuovo disco di Renato Franchi.
L’antica tradizione prevede che quando festeggi il tuo compleanno, i tuoi amici più cari sono soliti a porti un dono, un regalo oppure un piccolo pensiero.
Renato, invece, durante il festeggiamento di uno tra i suoi più importanti , in compagnia dei suoi fidati compagni di viaggio e di suoni, e con il suo spirito controvento, è lui a regalare a noi questo suo nuovo progetto discografico.
“InCanto” è promosso dall’etichetta “L’Atlantide” con distribuzione Egea Music, da ascoltare a cuore aperto perché in grado di regalarci emozioni intense, come i precedenti.
Questo disco è un punto alto della produzione artistica di Renato, e lo si può intuire anche ascoltando solamente il primo brano.
Un album che arriva dopo “Oggi mi meritavo il mare”, disco realizzato solamente un anno fa, in memoria della sua cara moglie Roberta, fra i primi dieci album della canzone d’autore “Indie” del 2018.
“InCanto”, si presenta con tutte le carte in regola per essere un vero e proprio progetto artistico, è un disco completo e fondamentale con ballate emozionanti dalle sonorità folk/rock, chitarre che urlano e accarezzano dolcemente le trame delle armonie e delle liriche di Renato, che nulla hanno da invidiare alle produzioni dello show business modaiolo e nazional popolare.
Canzoni che vengono dal profondo del cuore di Renato, che invitano a riflettere su questa epoca piena di parole feroci e insensate, popolata da persone che vorrebbero vendere anche quello che non possiedono, un mondo fatto di indifferenza e di musica mediocre.
In controtendenza e lontano da qualsiasi moda questo lavoro rivendica il diritto alla bellezza, alla speranza e alla giustizia.
Un inno all’amore e alla dignità suonato e cantato con quei compagni di viaggio che fanno parte di questo nobile progetto, curato in tutti i dettagli sonori e negli arrangiamenti, ma anche negli aspetti tecnici e di produzione.
Gioia, sofferenza, pianti, risate, scritte sui muri, scelte di campo, vittorie e sconfitte senza retorica e senza parlarsi addosso, riconoscendo anche gli errori di una generazione.
Un tributo ed un elogio alla bellezza e al dolore, quel dolore che ti fa capire l’importanza dell’avere cura di una persona che ami e prestare aiuto a coloro che sono meno fortunato di noi.
Un’opera di puro rock d’autore italiano o meglio di un sincero “InCantautore Rock” che con leggerezza ti prende per mano per condurti in questo viaggio, alla scoperta di nuovi orizzonti colmi di bellezza cheb ti accarezzano il cuore.
Dunque, non ci rimane che salire su questo treno, che ci permette di ammirare panorami e orizzonti, cieli e
praterie e di fermarci in tutte le nove stazioni. Per l’artista la vita è pura condivisione e amore verso il prossimo.
* Prima Stazione “Anima in vetrina” – Un magistrale intro di batteria “rollingstoniano” che si sposa perfettamente con il riff di puro rock della fender di Joselito Carboni , che ricama il brano con un ritmo da combattimeto sfoggiato dal drumming imponente di di Viki Ferrara e dalle percussioni incandescenti di Gianfranco D’Adda, quasi obbligatorio l’Hammond di Gianni Colombo sul finale. Micidiale e prestigioso il basso del fedele Roberto D’Amico. Una bella lezione di Hard Rock a tessere amori geometrici, filosofici, enigmatici , metereologici e caotici, immaginati o forse incontrati e qui cantati con passione dalla voce e dal cuore di Renato. Un gioioso testo naif in omaggio alla volubilità e alla bellezza del mondo femminile,interpretato da Renato in linea con il suo passo Londinese. Beat!
*Seconda Stazione: “Petali D’Amore” – Un poliedrico gioco di parole, un arcobaleno con più colori che esprime amore, con la consapevolezza che in una coppia è fondamentale completarsi a vicenda. Una danza in sei ottavi che ti trasporta nel giardino della dignità e del rispetto. Una ballata gioiosa costruita per il violino di Dan Shim Sara, ricama gli arpeggi acustici e sognanti delle chitarre di Renato. Complicità!
*Terza Stazione: InCanto – Brano che da titolo al disco, la title track, una “song” in perfetto stile franchiano, da sognatore del giorno, innamorato dell’immensita della grande musica del mondo, con lo sguardo rivolto al song book della musica americana; Dylan e Tom Petty su tutti. Renato mette sul tavolo dell’amore una perla preziosa. Strofa e ritornello si alternano in un ritmo piacevole all’ascolto, un testo volutamente immediato di facile presa ma mai banale, che tiene a sottolineare la bellezza del volersi bene con rispetto! Accattivante il riff di violino e chitarra che separa e unisce il bridge alla strofa, un incanto da tenere Accanto vi è una ballatona di grande respiro. Nutriente!
*Quarta Stazione: Rondini – Elogio esplicito quasi epico della bellezza e dei valori puliti da ogni scoria contaminata del nostro tempo difficile. Scritta a quattro mani con la collaborazione di Sonia Bellin, questa canzone apre il cuore e rimette le cose in ordine. Testo pulito ed elegante con i bei ricami di Sara al violino. Una canzone dell’incontro nelle diversità , che diventano ricchezza! Necessaria!
*Quinta Stazione: Cuore Matematico – Uscito in anteprima come singolo sulle piattaforme digitali è un brano liberamente tratto dal libro della brava scrittrice comasca Simona Sigon, “Numeri imperfetti”.Qua si gioca con i numeri, non con le parole! Il lato scientifico del cuore. Il testo scorre come una tabellina su un pentagramma. I cori di Marta Franchi e Il violino di Dan Shim Sara sono puro InCanto. Formativa !
*Sesta Stazione: Istantanee – Una fotografia dei giorni nostri. Scatti discreti per affrontare il problema dei migranti, i cittadini del mondo. Senza slogan e senza urla si entra nel problema e l’integrazione, la meraviglia dell’accoglienza e della solidarietà escono vincenti sull’intolleranza spacciata e contrabbandata come guardiana della giustizia, da figure feroci, velenose e con un buco dell’anima! Scritta e cantata da Viki Ferrara con appoggio della voce di Renato nei cori e in una strofa vuole riportarci con la melodia in atmosfere evocative. Profetica !
*Settima Stazione: DisIncanto – Seconda gemma scritta con Sonia Bellin, che chiude il cerchio su pensieri in libertà. Il tempo, gli amori, i dolori, le gioie, impegno e gioco. Incanto e disincanto, insomma il tutto compreso che si chiama vita. Richiami di un puro folk rock alla Byrds di Roger Mc Guinn, amatissimi da Renato e i suoi, con un riff accattivante dal sapore Harrisoniano, Beatles docet. Salutare!
*Ottava Stazione: Rock Paradise – Un sincero e commosso omaggio ad un epoca gloriosa della musica , un gesto di affetto al caro e inseparabile vinile. Un bel rockaccio stile Sixties, dove il basso del mitico Roberto D’Amico fa la sua parte alla grande. Atmosfere colorate, ragazze e tanta musica. Al Paradise non si può stare fermi. Amazing!
*Nona Stazione: Salvato (il capolinea dei sognatori) – Brano splendido, una perla preziosa dell’album dal sapore Dylaniano, con uno sguardo verso le atmosfere di Franco Battiato. Lirica scritta dalla bravissima Sonia Bellin giornalista e critica musicale, nonché responsabile artistica con Renato di “Incanto Music Promotion”, è una vera e propria preghiera d’amore che sembra arrivare dal profondo dell’infinito per viaggiare oltre l’eternità e ancora più in là! Nella canzone si avverte sin dall’inizio la presenza del Gran Cerimoniere Gianfranco D’Adda che con le sue inseparabili bacchette, segna il ritmo incisivo di questa ballata dolce, diretta ,spirituale e introspettiva. Degna conclusione per un lavoro d’impegno, ma anche di gioia, riflessione mistica e rinascita. Caleidoscopica!!
Un ringraziamento doveroso e più che meritato a tutti gli altri compagni di viaggio, gli insostituibili Aldo Sciannelli, Davide Saccozza per quanto riguarda la parte tecnica e a Cristian Visentin ,Art Work esclusivo di Renato, ed al sorriso spensierato della nipotina Stella che ha detto la sua, approvando, dopo un attento ascolto, una per una le nove tracce dell’album, che ovviamente ha imparato a memoria!
Sinceri complimenti a Renato e a tutti quelli che hanno collaborato alla riuscita di questo disco, un lavoro che guarda avanti senza mai dimenticare da dove veniamo e cosa ci portiamo appresso. Le opere come queste sono sempre ben gradite.
Chiara Ghiglione