MATTEO CODIGLIONE

Matteo Codiglione è un giovane autore e compositore pisano, studente di filosofia. La sua musica, dalla spiccata nota cantautorale, è però rivestita di rimarcate sonorità rap. Matteo si è avvicinato a questa forma d’arte un paio d’anni fa, considerandola dapprima un passatempo di espressione intimistica ma trasformandola ben presto in necessità. Dopo un primo periodo di formazione, il suo percorso si è incrociato con quello di ‘Lotus Music Production’ e tale sinergia ha da subito portato i suoi frutti.

Dalla collaborazione è infatti nato il suo brano d’esordio, pubblicato ad inizio anno, dal titolo ‘Fantasìa’.

La canzone è l’ammissione di nostalgia di un ragazzo che vive il presente in maniera anacronistica. È l’anelito che prova verso questo passato, letto sui libri e mitizzato, che lo spinge a sperare in una sintesi tra le due epoche.

Brano dalle sonorità elettroacustiche essenziali ma potenti, che accompagnano un testo ritmato ed incalzante, a tratti recitato, completato da una voce roca e profonda. Il testo è inoltre ricco di riferimenti storici, che denotano un livello culturale degno di nota.

La copertina del singolo raffigura lo schizzo a matita di una chitarra con disegni particolari, su fondo scuro.

Il videoclip, con il suo contrasto chiaroscurale tra gli interni di un vecchio casale in pietra, in cui si staglia il camino acceso e gli esterni immersi nella nebbia, è un riflesso del dualismo temporale che vive il protagonista.

In aprile è uscito poi il secondo singolo, dal particolare titolo ‘La ballata di Thoreau’.

Brano stregato, che reinterpreta il pensiero del filosofo americano da cui prende il nome. Il tema della disobbedienza civile si concretizza nella ricerca della libertà autentica, quella negativa, che consiste nel poter non fare piuttosto che nel poter fare e porta come conseguenza estrema il rifiuto della società. La vita nel bosco, pur conferendo una libertà positiva inferiore rispetto alla vita civile, in quanto i mezzi dell’uomo si riducono alle sue sole mani, risulta priva di costrizioni e imposizioni artificiali, consentendo all’essere umano di ritrovare la propria natura primitiva.

Qui troviamo una voce più calma, riflessiva e consapevole, meno ‘arrabbiata’ rispetto a ‘Fantasìa’ ma molto rappata, a ricordare Frankie hi-nrg mc oppure J Ax di ‘Strade di città’.

Il sound, più maturo, scava con maggior coraggio nei solchi già intravisti in ‘Fantasìa’, concedendo nell’intro anche spazio alla dolcezza.

Protagonista del videoclip una donna eterea, vestita di bianco, che da un paesaggio bucolico si ritrova nella città, passando dalla periferia metropolitana, a simboleggiare la graduale degradazione dovuta all’avvicinarsi alla società. Lo sguardo finale tra la protagonista ed un manichino esprime proprio questa alienazione dell’uomo civile.

La copertina del singolo mostra il primo piano di Thoreau, con un cerotto a chiudergli la bocca.

La strada verso la costruzione dell’annunciato LP di esordio è proseguita in giugno con ‘Il Passero’, che ancora una volta rimarca il coraggio artistico di Matteo.

Un testo importante, che vede la guerra attraverso gli occhi di un bambino. La malinconica leggerezza, unita ad acutezza ed originalità percettiva tipiche dell’infanzia, di chi troppo presto ha avuto a che fare con il dolore.

Il sound da ballata dolce, quasi a voler forzatamente alleggerire un tema così importante, lega magistralmente con la voce dai toni delicati, in una sorta di protezione del ‘passero’.

Il video riprende un gruppo di ragazzi in spiaggia, con la città da sfondo, che in cerchio cantano e suonano una chitarra. Il ritornello ‘vola passerotto ma ali non ne hai’ rimarca come diritto un bisogno di libertà.

Testo eccellente, con un finale che porta l’ascoltatore alle lacrime.

Difficile trovare parole che descrivano appieno il potenziale creativo di un artista unico nel suo genere.

Non rimane che ascoltarlo, in attesa dell’uscita del suo album!FOTO1