Cantautore della scuola genovese, Enrico Lisei, dopo una lunga pausa in cui si è dedicato al suo lavoro di psicologo e psicoterapeuta, ritorna nel panorama musicale italiano che non ha mai lasciato del tutto, dal momento che, per tutto questo tempo, non ha mai smesso di scrivere canzoni.“Leggero” rappresenta non solo la maturità artistica, ravvisabile anche dai testi dove poesia e musicalità concorrono ad intessere tracce di notevole raffinatezza, ma anche la riflessione su se stesso e sulla propria esperienza di vita, come ben dimostra il singolo d’apertura intitolato “Un’altra parte”.“Sono arrivato a metà conquistando il giorno per far pace con la notte e ogni viaggio ha avuto un ritorno, ogni illusione il suo contorno…” Ogni nuovo giorno come una conquista, la propria rivincita, dopo aver combattuto contro le proprie paure, dove l’illusione non era il pericolo di una delusione ma la consapevolezza di avere dei sogni. Nonostante essi fossero fugaci, spesso traditori “ I sogni sempre tutti lì per non essere creduti e non sono mai cresciuti, e quanti libri letti a cercare una risposta…”. Enrico Lisei è ancora pronto a scommettere su di essi, ad essere un “ Equilibrista della vita, tra una discesa e una salita”; dove la voce di Enrico ci trasmette tutto l’entusiasmo di chi, portandosi appresso un grande bagaglio di vissuto, intravede un’altra partenza e non soltanto un arrivo: “E poi così è arrivata un’altra parte, in mezzo al prato un altro fiore…Un’altra stella in una sera”. E sella luce non sarà quella di un stella, ecco quella soffusa de “La LANTERNA”, uno swing leggiadro che ci accarezza l’anima, con la voce di Enrico così delicata e raccolta a rassicurare: “Non ti accorgerai degli spiriti inquieti che arrivano la notte, ti starò vicino come una lanterna, non ti racconterò le bugie di un sogno, tu mi accenderai quando ne avrai bisogno…”. La notte può essere la solitudine che cerchiamo, ma quando non è così, quando questa ci fa paura, ecco che sopraggiunge chi da essa ci protegge… Una luce non solo interiore, ma una luce che possiamo guardare negli occhi, conturbata come una “Positively 4th street” dove gli accordi della chitarra elettrica sembrano emettere un fruscio dopo la metà del brano, La lanterna è parte di questa leggerezza trasmessa da Enrico Lisei attraverso la sua voce discreta e mai fuori posto….
La notte, i sogni, le illusioni.. .il tempo che scorre e l’amore nelle sue diverse sfaccettature, parole chiavi che compongono LEGGERO, dove ogni tassello di questo mosaico di emozioni, diventa parte di un tutto, di un fiore d’amore da coltivare . In “Io sono la domanda”, il “tempo che sarà” è la costruzione di un mondo condiviso tra due persone “E’ solo poco tempo ma io ti sento dentro…ti conosco dentro, con un futuro arrivato qua, che tempo sarà”, perchè spesso non importa da quanto si conosce una persona, che questa, sembra essere parte di noi da un tempo indefinito, che non riusciremmo nemmeno a contare…Anzi il tempo diventa solo uno sfondo dentro cui inserire la storia di chi lo vuole vivere insieme “La strada si farà sotto i nostri piedi”, passo dopo passo, non c’è una strada da seguire, ma un cammino ancora da segnare…”
C’è poi un antico canto medievale, dall’aurea quasi sacrale, dal titolo A ME CAPITA, un movimento d’archi leggiadro, che quasi contrasta con il cantato di Lisei, così fermo e terreno, quasi un dialogo con se stesso, nel mezzo della notte, dove non sfuggono sorrisi, considerazioni sull’amore e su tutti gli interrogativi che questo sentimento ci pone ogni giorno, sulla trasparenza che noi abbiamo nei suoi confronti:“L’amore non chiede il permesso ma vede chi sei”, non c’’è distinzione tra realtà e apparenza, tutto è nelle mani dell’amore….
STANNO GIA’ ARRIVANDO ha invece il suono di una ballata popolare, dove si ravvisano strumenti della tradizione folk, tra cui spiccando degli archi di notevole cadenza ritmica. “C’è una strada nuova sulle braccia tese, dove ombra c’è anche luce, è la stessa terra è lo stesso cielo, ogni uomo chiede pace…”. Una ritmica che va in crescendo, come a contrastare la paura, una paura da estirpare perché ‘ non ci aiuterà, porterà violenza, porterà arroganza’ Come un menestrello Enrico ci trascina tra le trame di storie reali, di una realtà che magari non vedremo mai, finendo per viaggiare con “Sogni mai riconosciuti” come una risalita verso questo cielo di pace, verso una maggior fiducia.“E’ l’amore che ci servirà , spezzerà la violenza, colmerà le distanze e la notte si illuminerà, è una stella nuova, un’opportunità è la storia che lo dice, siamo solo un cielo, siamo solo terra, ogni uomo chiede pace”.
Ed ecco LA LUNA CHE DANZA, con un ritmo quasi serrato, che Enrico vorrebbe nascondere come l’amore appena nato“Ti vorrei nascondere come un gioiello raro…qualcosa di non visto, come un bel mistero..e ti vorrei nascondere, perché se non finisce….Ti vorrei tenere negli occhi come luce… la luminosità di un amore appena sbocciato e il suo lato nascosto, proprio come quello della luna, quello oscuro e misterioso, affascinante in quanto tale…“Ho visto la luna danzare un tempo a me sconosciuto” se il tempo è di solito avverso, distruttore di sogni, la luna illumina i sogni di un innamorato, attraverso cui la sua amata risplende di una luce sempre nuova, quasi fatata…la luna diventa il simbolo di un desiderio mai appagato e per questo sempre presente, con le sue fasi, come l’amore stesso…si accresce, per poi scomparire, ma si è soltanto oscurata per un po’, qualche incomprensione da risolvere per poi ritornare ad irrorare il buio della notte con la sua luminosità. Ma la luna che vede Enrico è una luna che aggrega a sé ogni sogno, il compagno di ballo da lei preferito, in una danza dove il tempo non ha più dimensione…un tempo sconosciuto appunto…Spicca tra le tracce di leggero sicuramente “UN FIGLIO (PATER CERTUS), andamento quasi etnico, con sonorità che sembrano superare ogni confine geografico e musicale, un blues che sembra avvicinarsi più alla bossa nova che al rock, con richiami perfino jazz “Non so cosa porterà il futuro… ”,l’incertezza del tempo che stiamo vivendo, la paura del futuro, dell’inconoscibile, “Non so se basterà quel che ho…” l’incontrastabile volontà di volere il meglio per “quella parte” (di sé) poterti veder veleggiare, sopra al dolore con la felicità…” saper affrontare il dolore o almeno, insegnare a farlo a chi si vuole bene, facendogli capire che è impossibile non essere preda del dolore, della sofferenza, ma che possiamo sempre affrontarla con serenità, imparando a volare quando sopra di noi si poggia un raggio di luce. Ed ecco allora che tutto appare più “LEGGERO” perché è questa la sensazione che si ha ascoltando l’ultimo album in studio di Enrico Lisei, un respiro leggiadro e libero da ogni peso, che si innalza verso un largo orizzonte, per espandersi verso di esso e catturarlo attraverso un abbraccio musicale.
LEGGERO è un compendio che partendo dalla considerazione del tempo passato e di chi si è diventati, si ritrova ad analizzare il tempo in ogni sua parte, scrutando negli angoli più nascosti della vita, anche in quelli che la luce, magari una luce indecisa e a volte un po’ spettrale come quella della luna, preferisce non illuminare per lascarci il mistero…Quel senso della scoperta quotidiana che ci rende sempre curiosi e per questo entusiasti della vita…” Tra una discesa e una salita”…