La voce mesta e sottotono, come a sottolineare il disperdersi dei pensieri, il frapporsi dei rimpianti, insieme ad un passato di ricordi che si vorrebbe serbare; tuttavia poi, occorre fare i conti con l’orgoglio, talvolta avido di prendersi gioco dei nostri sentimenti e di quelli altrui. Cercare di metterlo da parte risulta magari faticoso, ma ci spinge anche a guardarci dentro, scoprendo il vero lato di noi, quello che finora abbiamo lasciato scoperto, senza sapere che una parte di noi, resta nella penombra, quell’assurdo e inspiegabile voler essere che il più delle volte rimane un volere, senza concretizzarsi. Tuttavia ci guardiamo indietro ancora per un istante, realizzando che quello che vorremmo e che non abbiamo saputo realizzare: non dipende solo da noi stessi, ma dalle circostanze che, ingabbiandoci, ci hanno diretto verso la parte sbagliata; circostanze che possono essere state spinte da persone che non hanno saputo cogliere quella che era la nostra essenza più profonda : ”Sono senza direttive, Sono quello che vorrei, libero da quando tu non ci sei” . Una frase come questa, estratta dall’inciso, ci fa intuire quanto quella prigione che magari ritenevamo aver costruito, non proveniva, come spesso ci abituiamo a credere, da una sorta di paura di esporsi o di affrontare le situazioni ma, da come quelle stesse situazioni- a fronte delle persone che ci stanno intorno-si pongono davanti a noi. Ciò non toglie il nostro potere di esercitare un ruolo, di avere campo LIBERO nel nostro agire; sembra insomma, che nel suo quieto viver Danilo ci stia invitando ad osservare più da vicino le cose intorno a noi, mettendo a fuoco quello che comunque siamo costretti ad assorbire, quello che ci capita, prendendo coscienza del fatto che non sempre le nostre decisioni dipendono soltanto da noi.
Lungi da una deresponsabilizzazione sulle nostre scelte, il messaggio che il testo del brano ci fa cogliere è che il farsi carico di tutte le cause, nonchè conseguenze delle nostre azioni, può risultare un inutile e insano modo di porsi verso noi stessi, ma anche qualcosa che poco corrisponde alla realtà dei fatti. “Forse perché nella sua tazzina le storie non girano più come prima”, con una timbrica che ricorda nelle scanalature più profonde Umberto Tozzi, nel ricorrere di una melodia avvolgente e cadenzante nei giri armonici, Danilo ci propone un pezzo dove, se le percussioni rimangono nello sfondo, è la sua voce e lo scandagliarsi di questo lungo il percorso musicale, ad essere la vera protagonista…e allora lasciamo che “LIBERO”, giri più libero che mai…senza limite alcuno, per imbrigliare nella sua rotazione altri singoli e altri successi che porteranno l’artista a rappresentare il nuovo cantautorato indipendente italiano.
Sonia Bellin