I numeri parlano chiaro: al primo posto della classifica 7va per un’intera settimana con una canzone di quelle che non colpiscono al primo ascolto, ma che, già dal secondo, si fanno apprezzare in tutte la sua ricchezza musicale e, soprattutto in tutta l’intensità interpretativa di Andrea Pinto. Stiamo parlando di una cantautore italiano, originario di Avellino – peraltro uno di quei pochi che è riuscito ad esportare la sua musica all’estero (precisamente in Ucraina) -e, in particolare, parliamo di questo singolo, PURPLE CLOUD, che gli è valso il premio Primo cantautore emergente Indie in Italia. PURPLE CLOUD è contenuta nel primo album di Andrea Pinto “SOSPIRI E IMMAGINI” pubblicato su etichetta Green production, e rappresenta già a partire dal titolo, tutto il mondo interiore e l’universo poetico del cantautore di Avellino: questo viola della nuvola, altro non è che il rosso dell’entusiasmo e del vigore, il quale però si mischia continuamente al blu, il colore della tristezza; un contrasto di colori da imprescindibile nella tavolozza dell’arte e che, finisce sempre per creare sfumature inedite, come le canzoni di Andrea Pinto testimoniano. Una sensibilità artistica che emerge fin dalle prime note di questa ballad fol-k rock, che nella sua distesa melodica, si allontana leggermente da quelle sonorità più marcatamente rock com’era BLACK KISS (altro primo posto della classifica 7va), ma che, non tradisce le origini e il debito del cantautore nei confronti del Grunge. Una ballad in cui la timbrica unica e graffiata di Andrea valorizza un testo in cui la poesia prende suono attraverso la musicalità della sua voce: “ Ho visto angeli volare, ho sentito spesso la terra, nella mia testa confusa, mentre lentamente muoio”…e ritornano quelle contraddizioni tra la sublimità del canto angelico del cielo, e il rumore assordante della terra che confonde i nostri pensieri, ecco allora come quella “nuvola viola” che permea l’orizzonte della nostra vita adulta, può riprendersi parte di quella celestialità, divenendo bianca nel profondo dei nostri sogni. Un bianco che ci ricorda l’innocenza e la purezza di quando eravamo bambini, una nube, capace di librarsi in alto, senza il peso di un sentimento nichilista e disintegrante che la fa precipitare: un bianco simbolo di un mondo ancora incantato e che nella sua semplicità e immediatezza, non rappresenta alcun colore ma che, li riunisce insieme tutti quanti.
Sonia Bellin