Rage and Fences — Hōrai

1. Rage and Fences

Brano d’apertura e title track, “Rage and Fences” stabilisce subito il tono dell’album: un equilibrio tra intensità emotiva e controllo formale. L’arrangiamento alterna sezioni dense a momenti sospesi, come a rappresentare l’idea di rabbia trattenuta, incanalata in struttura. Buon lavoro sulle dinamiche e sull’evoluzione sonora.

2. Bleeding Cities

Una traccia più atmosferica, costruita su beat elettronici morbidi e linee vocali malinconiche. Il brano mostra la capacità di Hōrai di fondere elementi urban e synth-pop senza perdere identità. Il testo suggerisce un paesaggio interiore che riflette il disincanto contemporaneo.

3. Ghost Line

Qui l’approccio diventa più ritmico. “Ghost Line” introduce una dimensione quasi cinematografica, con suoni distorti e una scrittura più frammentata. È una delle tracce più sperimentali del disco, dove la voce si fonde con l’ambiente sonoro anziché dominare. Interessante l’uso dei silenzi come parte del ritmo.

4. Out of Range

Un brano dal respiro più aperto e melodico. Si percepisce una ricerca di equilibrio tra l’istinto elettronico e una sensibilità cantautorale. Le linee di synth accompagnano senza invadere, mentre la voce mantiene un tono contenuto ma espressivo. È uno dei momenti più accessibili del disco.

5. Skin / Screen

Tra le più concettuali, “Skin / Screen” affronta (implicitamente) il rapporto tra fisicità e tecnologia. Musicalmente è costruita su una base glitch e su loop vocali. È una traccia che lavora più sulle texture che sulla melodia, e dà corpo al lato sperimentale del progetto.

6. Black Coral

Atmosfere notturne e suono profondo. “Black Coral” gioca su contrasti: pulsazioni lente, basso elettronico e riverberi ampi. Potrebbe essere descritta come una ballata post-digitale. La produzione è curata nei dettagli, e risulta una delle più evocative dell’album.

7. Reverber

Penultima traccia che riporta il disco su binari più ritmici. C’è un’impronta quasi dance minimale, ma filtrata attraverso un’estetica introspettiva. La voce si fa più distante, come parte dell’arrangiamento, accentuando il senso di straniamento.

8. A Fence of Light

Chiusura coerente con il titolo dell’album: “A Fence of Light” funziona come epilogo concettuale, dove l’energia iniziale della “rabbia” trova una forma di catarsi. Il brano mescola piano, ambient elettronico e un finale dilatato, lasciando una sensazione di quiete sospesa.


🔎 Conclusione

“Rage and Fences” è un progetto compatto e consapevole, capace di unire introspezione e ricerca sonora. Hōrai si conferma un artista in grado di costruire un linguaggio personale, dove elettronica e lirismo convivono. È un disco che non punta sull’impatto immediato, ma cresce con gli ascolti, rivelando una precisa identità estetica.