Intervista a KARLHEINZ

 

  1. Ciao e benvenuto. In poche righe ti puoi presentare ai nostri lettori?

Classe ’86, nato a Roma, ma per mia grande fortuna ho viaggiato, vissuto e studiato molto all’estero. KARLHEINZ è un nome d’arte che ho scelto per una grande passione nei confronti dei territori nord europei ed anche come omaggio a Karlheinz Stockhausen, indiscusso visionario e compositore d’avanguardia di questo secolo. Mi piacerebbe riuscire ad avere un briciolo della sua poliedricità.

  1. Come hai iniziato a fare musica? 

Mi sono avvicinato a musica, tastiere e chitarra sin da piccolo, ma il tempo tiranno mi ha allontanato dallo studio. Negli ultimi anni il desiderio di riprendere a suonare era forte. Sempre più combattuto nel riuscire a ricavare il giusto spazio, ho capito che doveva essere il mio lavoro e la mia attività principale. Ormai, vivo praticamente in studio…

  1. Quali sono gli artisti che influenzano le tue scelte musicali?  

Ascolto tantissima musica: le ispirazioni e le influenze arrivano dai percorsi più vari.

Amo molto il mondo classico, blues, jazz, afro, voci femminili, musica rievocativa, insomma di tutto. Proprio per questo la contaminazione presente nelle mie tracce mi caratterizza molto. 

Ultimamente sto ascoltando molta produzione di DJ Producer della zona dei Balcani. Per me già lo è, ma sicuramente nei prossimi anni sarà un riferimento trainante per tutti.   

 

  1. E le sonorità musicali? 

Proprio in un’altra intervista, chiedendomi dove mi collocassi nel panorama, mi è venuto in mente di definire il mio stile/genere “Techno fusion”. Questa definizione nasce un po’ per sbaglio, ma mi sta calzando sempre di più. Suono sintetizzatori con chiavi techno ma do tanta importanza ad una visione melodica attingendo molto a jazz, blues ed afro.

 

  1. Di quale messaggio vuoi essere portatore con la tua musica? A chi si rivolge questo brano? Che cosa ci racconta?

“Shams” è una raccolta di sette tracce, ognuna di esse rappresenta la parte di un viaggio che abbiamo pensato di far fare all’ascoltatore. Il primo singolo è YOKIL. Due sono le ragioni che lo contraddistinguono rispetto al resto dell’EP: le scelte compositive molto melodiche ed eteree ed il fatto di aver introdotto un testo, purtroppo, molto attuale.
Nel 1963, al Lincoln Memorial di Washington, al termine della marcia di protesta per i diritti civili, Martin Luther King pronunciò parole eterne, regalando al mondo intero il suo sogno di libertà: “Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla Storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro Paese”. – “I have a dream”.

karlheinz

  1. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? 

Sicuramente HAKA Project, il duo fatto con Haldo è uno dei principali pilastri e fili conduttori del mio percorso artistico. Ad oggi, oltre ad aver prodotto per Cafe de Anatolia, Deep Formentera e Cotê d’Azur, siamo in rilascio di altri due album entro il 2020.

Intanto vi do due anticipazioni: a novembre uscirà un RMX de “La Salvarà” un lavoro realizzato per un duo femminile di dj talentuose sia nei club che come producer, Alexita+Kima. Sentita la versione originale, è stato molto bello poterne offrire una nostra chiave interpretativa giocando molto sul groove e sulla voce magnetica che la caratterizza. Pochi giorni fa abbiamo siglato un contratto, per due singoli, con una label americana molto importante che, giusto per dare un’idea della sua grandezza, ha ricevuto una nomination per il “Grammy Awards”.